INTERVISTA ESCLUSIVA per Italian Sound Magazine

1) PARLACI DEL NUOVO SINGOLO “L’EXTRATERRESTRE

L’ extraterrestre nasce a Bologna circa due anni fa, durante i laboratori della prima edizione del Premio Dalla; mi trovavo in una situazione molto nuova ed interessante e a contatto con artisti di livello in un mondo in cui stavo pian piano entrando; tutto questo, se da una parte offre delle sensazioni molto positive ed arricchenti, dall’altra mi lasciava fortemente straniato ed “estraneo” al mondo che cominciavo a praticare; e lo scoprire come pian piano le certezze e il proprio ordine non si fosse sgretolato ma dovesse unicamente trovare delle nuove forme ha fatto sì che quell’alieno spaurito ritrovasse se stesso ed andasse incontro con serenità e consapevolezze nuove alla nuova esperienza.

2) QUANTO INFLUISCE NELLA TUA MUSICA QUESTO “PERIODO NERO” CHE RACCONTI ATTRAVERSO IL  COMUNICATO

Io ritengo fortemente che ogni artista debba pescare in maniera generosa ed ampia dal proprio vissuto quando scrive e quando prova a raccontarsi in musica; e spesso ci si ritrova a fare i conti proprio con i periodi in cui si vivono delle piccole crisi di vario genere e la sfida è essere in grado di legare e stendere i propri racconti di vita quotidiana pescando dal proprio evocativo, perché in fin dei conti questo è la musica e l’ arte in generale, una magia che si lascia vivere perché scava nelle emozioni di chi propone e di chi osserva o ascolta.

3) L’ESPERIENZA AL PREMIO LUCIO DALLA E LA VITTORIA IMPORTANTE DEL PREMIO DELLA CRITICA

Ho avuto la fortuna e la gioia di prendere parte alle finali di Premio Lucio Dalla nelle prime due edizioni e di riuscire a mostrare come pian piano il mio progetto musicale andava evolvendosi; la seconda edizione in particolare la ricordo con la emozione più grande, sia per l’ enorme legame con tutti i partecipanti, sia perché mi ha regalato la soddisfazione più bella per l’ artista che sto provando a diventare, ossia raggiungere il Premio della Critica con dei pezzi scritti e composti in proprio e in un genere che particolarmente amo come lo swing; altro aspetto di grande importanza è stata la profonda conoscenza ed amicizia con tutto lo staff della San Luca Sound con cui abbiamo deciso di scommettere sul mio progetto discografico e ci siamo trovati a lavorare con grande armonia ed intensità; e, last but non least, questo Premio mi è valso anche l’ esperienza di essere coadiutore dei coachlab dell’ edizione di quest’ anno, una grande soddisfazione per chi come me ama essere a contatto con chi prova a viversi questo sogno meraviglioso a 360 gradi.

4) MEDICINA E MUSICA, COME DIVIDI LA TUA VITA ARTISTICO-LAVORATIVA

innanzitutto, abbiamo grandi esempi di artisti medici, come Jannacci e come Locasciulli, quindi non siamo mosche così bianche; di certo, le due professioni si avvicinano per il privilegiato rapporto che si ha con la gente, con le proprie sensazioni e con il proprio “bisogno di vita”; proprio per questo ho sempre pensato alla medicina innanzitutto come ad un’ arte, che si avvale di mezzi e tecnologie scientifiche, ma che si trasforma e si modifica in base alle persone artefici del rapporto medico-paziente.

5) COME NASCE LA TUA VOCAZIONE ALLO SWING

Ho sempre amato le forme artistiche e musicali che giravano attorno al blues, al jazz ed allo swing; pur rimanendo onnivoro ed eclettico, ho sempre avuto grande gioia nell’ascoltare artisti come Natalino Otto, Fred Buscaglione, Nicola Arigliano, Paolo Conte, Sergio Caputo, Ray Charles, Louis Armstrong (della cui musica mi innamorai perdutamente grazie ad una storia con una ragazza che lo ascoltava con me) e più recentemente Amalia Grè o la Molinari e Gualazzi; e pian piano ho sentito il bisogno di provare anch’io ad entrare in quel mondo che mi fa star bene e che spero di approfondire con grande umiltà; perché la musica e chi fa musica vanno trattati con grande rispetto.

L’intervista integrale è riportata anche sul sito ufficiale di Italian Sound Magazine